Una storia plurisecolare
Nel luogo della attuale costruzione, in Intra, fu ubicato, nel tardo medioevo, l’ospedale di S. Antonio (documento del 1298). Successivamente qui,all’inizio del ‘500 -con la denominazione di Monastero di S. Antonio- si insediarono le monache Agostiniane che per secoli ne fecero un approdo di preghiera, di meditazione e di lavoro, realizzando quel monastero che attraverso successive costruzioni e trasformazioni, prese le linee definitive attorno al XVIII secolo. Dopo la soppressione degli ordini religiosi in età napoleonica, l’avvento dei prodromi della nuova società industriale segnò qui una delle tappe storiche: qui lo svizzero Gian Giacomo Müller stabilì la prima filatura meccanica in Italia (1806), mettendosi così alla testa di quel processo industriale e commerciale che portò, nel secolo successivo, Intra a quei fastigi economici che ne fecero uno dei centri più vivi dell’Italia industriale. Dopo successive alterne traversie (requisizione a uso dell’esercito nella prima guerra mondiale, sistemazione parziale ad uso di abitazione privata) per decisione munifica del barone Paolo Casana e con il sostegno del Consiglio di amministrazione dell’opera Pia Cobianchi , una parte dell’l’edificio divenne sede di pensionato studentesco.dal 1968 agli anni '80
Nel 1968, la parte centrale del complesso che ospitava gli studenti, ormai fatiscente venne restaurata per fare un’abitazione, per i giovani e gli insegnanti, che pur favorendo la vita comunitaria di gruppo non ne cancellasse il richiamo all’intimità e alla ricerca personale. Questo intervento salvaguardò solo il porticato. Negli anni 80 si acquisì da privati la parte restante del monastero, adibita ad abitazione privata di alcune famiglie disagiate, con negozio di fabbro in una parte del piano terra e di straccivendolo nella parte restante, dove si trova il parlatorio e la Sala del Camino. Il restauro di quanto rimaneva dell’antico Monastero delle Agostiniane è terminato nel 1984 e ha consentito il recupero della totalità del Chiostro esistente (ventiquattro arcate).Le ultime trasformazione
Particolare cura è stata posta nell’allestimento della Cappella, ricavata nei locali dell’antico refettorio del monastero, di cui si sono recuperate le strutture essenziali (colonne, pavimento in pietra, portali in granito) ed è stata arricchita di un arredo di valore artigianale e artistico, di un organo Mascioni e, recentemente, di una preziosa “Via crucis “ dell’artista Mauro Maulini.Ora sono a disposizione degli ospiti anche le cantine originarie del ‘500, la Sala de Camino e Sala degli Affreschi che ospitava il parlatorio del Monastero.
L’ultima acquisizione è avvenuta negli anni ‘90,ed ha interessato il capannone di quella che era stata la prima manifattura tessile meccanica della nord Italia, risalente al 1806.
Numerose sale, antiche e moderne, un grande auditorium e la sala Rosmini, attrezzata con moderne tecnologie multimediali, utilizzata, permettono di accogliere convegni e congressi.
Il Chiostro è ora un Hotel ed un Centro Congressi che collabora anche con importanti Università italiane.
È la sede di numerose e prestigiose iniziative sociali e culturali nel cuore della città di Verbania.